I protagonisti dei sinistri stradali possono rendere dichiarazioni spontanee inerenti l'accaduto. Sono dovute, ma non indispensabili. Meglio riceverle nel contesto del sinistro, anche se in seguito possono su richiesta essere modificate.
Le persone possono dire la verità o spudoratamente mentire. Possono anche non essere in grado di esprimersi compiutamente e con dovizia di particolari. A volte si contraddicono. Il classico esempio è di coloro che asseriscono di non avere visto arrivare l'antagonista, ma che lo stesso procedeva a velocità elevata, non teneva la destra e telefonava!
Il nostro lavoro consiste nell'aiutarli a dare una descrizione comprensibile e cronologica senza imboccarli troppo, ovvero non facendogli dire quello che vogliamo noi nè far supporre con le nostre domande, loro possibili responsabilità; senza spaventarli e senza minimizzare. Non sono nostri amici nè nostri nemici. Dobbiamo cercare di essere neutrali e oggettivi.
Ci interessa sapere, secondo la loro versione, i fatti certi e non le idee e le supposizioni (io penso...secondo me...):
-
da dove provenivano, quale posizione occupavano sulla carreggiata, dove erano diretti e con quale manovra
-
le condizioni ambientali (se pioveva, era già buio....)
-
se erano preceduti, affiancati o seguiti da altri veicoli
-
se hanno visto gli antagonisti
-
se hanno fatto qualche manovra al fine di evitare l'impatto
-
quali parti si sono urtate
-
che deviazione e che evoluzione hanno avuto veicoli e persone dopo l'urto
E' buona norma raggiungere gli infortunati già trasportati in ospedale, per accertarsi sommariamente delle loro condizioni di salute per eventuali provvedimenti a carico dei veicoli, e se sono in condizioni di comunicare, per sentire la loro versione dei fatti.